IL MURO TORTO
All’occhio
attento di chi percorre Via del Muro torto non è sfuggita la scena non
infrequente di auto ferme in sosta obbligata per guasti improvvisi.
Quel muro
oggi ha più di 1700 anni e un tempo i romani lo chiamavano muro “ruptus” perché
quando pioveva a dirotto il muro franava. Fu eretto alla fine dell’età
repubblicana per sorreggere la collina dove sorgevano ricche ville patrizie.
Quel luogo era stato scelto, tra gli altri, dagli Anicii, dagli Acilii e dai
Pinci, da cui proviene il nome Pincio della stessa collina. La leggenda
popolare narrava che il muro fosse stato santificato addirittura da S.Pietro
per difendere Roma dalle invasioni.
In tempi
recenti ogni tanto da quel muro veniva giù qualcuno deciso a porre fine alla
sua vita, tant’è che ancora oggi le alte sponde della murata sono protette da
reti.
E’ un muro
verso il quale i romani avevano (e oggi pochi hanno) un vero timore
reverenziale; insomma era ritenuto un muro maledetto. Il fatto è che ai suoi
piedi venivano sepolte le persone sconsacrate – e non erano poche – quali i
delinquenti, i vagabondi, i suicidi, le prostitute e via dicendo. Così ancora
oggi si dice che le anime di quei poveracci vaghino sotto il muro lamentandosi
di una sepoltura religiosa che fu loro negata.
Non è tutto.
Proprio sulla collina del Pincio, dov’erano gli Horti Luculliani e oggi sorge
Villa Medici, fu uccisa Messalina. Alla bellissima Messalina quegli Horti
piacevano troppo, perciò non trovò di meglio che accusare ingiustamente il
proprietario, Valerio Asiatico che era stato console ben due volte, convincendo
il marito Claudio - più grande di lei di trent'anni, balbuziente, zoppo e al
terzo matrimonio - a far suicidare il malcapitato. Com’era usanza dell’epoca, Valerio
si tagliò le vene. Legge del contrappasso o destino: Claudio in seguito fece
uccidere Messalina proprio in quegli Horti.
Forse la storia non andò proprio così, ma è tramandato un
amore extraconiugale dell’imperatrice (ricordata dal popolo non solo come
traditrice del vincolo coniugale ma anche come prostituta notturna in incognito
- sembra che una notte vinse una gara con una pari rivale) con un certo Gaio
Silio che per lei aveva abbandonato la moglie.
Sperando in una copiosa ricompensa un liberto, ricordato
col nome di Narciso, fece la spia all’imperatore che si trovava fuori Roma, il
quale venne in tal modo a conoscenza che la voce si era diffusa in tutta la
città.
Cornuto sì ma fesso no. Messalina era fuggita agli Horti
Luculliani, allora Claudio incaricò un tribuno di recarsi agli Horti e di porre
fine alla vita della plurifedifraga.
Muro Torto.
Più tardi si sparse la voce che lo spirito di Nerone vagasse da quelle parti,
ritenendo che il corpo dell’imperatore fosse stato cremato e le sue ceneri interrate
nella Villa dei Domizi presso Via Margutta. Si raccontava che la Chiesa di S.
Maria del Popolo, alle spalle del muro, fosse stata edificata dal Papa Pasquale
II nel 1099 proprio per contrastare quella credenza.
Sugli Horti
Luculliani, nel 1564, i nipoti del cardinale Giovanni Ricci di Montepulciano
ordinarono una villa, ma i lavori si protrassero fino al 1576 grazie al
cardinale Ferdinando de' Medici, nuovo acquirente. Pochi
anni dopo una circostanza ci avvicina di nuovo alla natura misteriosa della
zona: tra il 1630 e il 1633 la Villa divenne il domicilio coatto di Galileo
Galilei, reo di sostenere teorie eretiche.
Arriviamo al 23 novembre1825. Alle spalle del Muro Torto,
in Piazza del Popolo gremita di gente si sta svolgendo un’esecuzione. Mastro
Titta cala la ghigliottina su due carbonari: Targhini e Montanari che, neanche
a dirlo, saranno sepolti al Muro Torto.
Insomma, tra morti ammazzati, suicidi, nonché sepolti
inconsolabili e arresti, il Muro torto non è detto che porti jella, ma forse è
meglio portare l’auto da un meccanico prima di iniziarne il percorso.
Nota storica: il Muro venne inglobato nelle mura Aureliane.
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