domenica 15 settembre 2013

IL CODICE PIRANESI

IL CODICE PIRANESI


Misteri di Roma. Nascosti nei sotterranei o esposti alla luce del sole e alla semioscurità lunare.
E’ un percorso difficile da interpretare, una caccia al tesoro, un cammino segnato da segni misteriosi, ma affascinante.
Una gigantesca nave pronta a salpare verso la Terra Santa, un signore potente che commissiona un’opera, un artista che nasconde nel capolavoro un insieme di simboli misteriosi per continuare una storia immortale che proviene da tanti secoli fa.
Il signore è il Gran Priore di Malta, Rezzonico, l’artista si chiama Giovan Battista Piranesi, architetto, incisore, scenografo, acquafortista e uno dei più interessanti scrittori di architettura del XVIII secolo
Siamo sull’Aventino, uno dei sette colli romani. L’Aventino ha una storia lunga e tormentata.
Secondo Tito Livio (Ab Urbe Condita libri CXLII) il colle fu scelto da Remo in opposizione a Romolo (che scelse il Palatino) per decidere il nome della nuova città e chi vi dovesse regnare, rispettando gli auspici, secondo il numero degli avvoltoi avvistati.
Strano e misterioso quel colle che somiglia stranamente a una grande nave: la nave dei Templari.
Ma è troppo presto per parlarne. Lasciamo la nave così com’è, immobile e maestosa, a picco sull'Emporio del Tevere in vista dell'Isola Tiberina.
Sull’Aventino le armi dell’esercito romano, dopo le campagne militari, erano purificate (Armilustrium).
La zona era un grande mercato e fu assegnata ai plebei, per placare le loro lamentele, con una legge del V secolo a.C. Nel II secolo a.C. Caio Gracco scelse il colle per difendere Roma. Nel periodo imperiale, col mutare della società, quel territorio divenne il quartiere preferito dall’aristocrazia, esaltata dalle abitazioni di Adriano e Traiano prima di divenire imperatori, e luogo di culto dedicato a diverse divinità: Iside e Mitra, Mercurio, Cerere, Libero e Libera, Giove Dolicheno, Bona Dea Subaxana.
Con l’affermarsi del cristianesimo cominciarono a sorgere edifici cristiani, quali Santa Sabina, SS. Bonifacio e Alessio, Santa Prisca.
Strano e misterioso quel colle, proteso come una nave pronta a salpare, a picco sul Tevere.
Nel X secolo era dominato da un monastero benedettino fortificato, nel XII secolo appartenne ai Templari, rientrando nelle numerose proprietà che avevano nella provincia romana, tra le quali l’attuale “città militare” sulla Laurentina.
L’ordine dei Templari fu costituito nella Terrasanta dopo l'indizione della prima crociata (1096) e fu attivo soprattutto alla fine del 1099, quando i territori furono riconquistati dai cristiani, per difendere i luoghi santi e i pellegrini dall’assalto dei predoni.
E’ storia. Filippo IV il Bello, re di Francia, per sanare i propri debiti e ridurre il potere della Chiesa, ordinò l'arresto dei Templari e la confisca dei loro beni. L’ordine fu eseguito venerdì 13 ottobre 1307.
Un venerdì e un 13, che da allora furono considerati funesti.
I cavalieri furono torturati per trarre infamanti accuse e gli ultimi a bruciare vivi, davanti alla Cattedrale di Notre Dame, il 18 marzo 1314, furono l'ultimo Maestro Jacques de Molay e Geoffrey de Charnay.
Strano e misterioso l’Aventino, proteso come una nave pronta a salpare, a picco sul Tevere.
Oggi sul colle sorge Villa Malta, assegnata nel 1312 ai Cavalieri Ospitalieri, predecessori dell'attuale Ordine dei Cavalieri di Malta (oggi Sovrano Militare Ordine di Malta) che vi stabilirono il loro Priorato e la loro sede storica.
Forse i Templari avevano un tesoro nascosto, forse l’Ordine non è estinto, forse i Cavalieri vivono in clandestinità.
Nel 1765 il nipote di Clemente XIII, cardinal Rezzonico, affidò a Piranesi la ristrutturazione dell'ingresso al Priorato e della chiesa di S.Maria al Priorato: fu la sua unica opera architettonica realizzata.
Fu il Rezzonico a guidare il Piranesi nel rappresentare ermeticamente simboli misteriosi presenti nella ricostruzione o l’artista espose le linee di un codice che conduceva a un percorso segreto ?
Villa Malta ha il suo centro ideale nella chiesa di S.Maria del Priorato, interna al giardino. I turisti si affollano dinanzi al portone esterno perché dal buco della serratura è visibile in lontananza la cupola di San Pietro.
Sulla facciata sono rappresentati due serpenti avvolti a spirale. Il portale di ingresso, ai lati, ha simmetricamente due candelabri, simboli religiosi che contrastano tuttavia con gli strumenti da muratore, tipici della massoneria, le  scritte FERT (Fortitudo Eius Rodum Tenuit) - risalente ai Cavalieri di Malta in difesa di Rodi – e PX (Pace). Il codice continua con due mezzelune incatenate, la torre araldica dei Rezzonico, la Croce di Malta e una serie di obelischi nel giardino. Quale significato rappresenta una sequenza concepita con simboli lontani da un contenuto omogeneo?
Scrive P.Campanella “Quale sia il messaggio che reca tale sequenza non è facile da decodificare. Ma sicuramente si percepisce che esiste e che lega tra loro una serie di individui, contesti, eventi.”
E Maria Cristina Giammetta rafforza il mistero: “I ricchissimi capitelli, ad esempio, rivelano la presenza di due figure alate, sfingi affrontate separate da una torre: si tratta forse di un faro d’oriente? Echi o richiami alle attività in terre d’oltremare dei Cavalieri dell’Ordine?”

Il colle Aventino ha la forma di nave, una nave pronta a salpare verso la Terra Santa.
La leggenda, nella Chiesa di Santa Maria al Priorato, vede l’”entrata al cassero” nella porta di ingresso, gli “spalti della tolda” nei parapetti del parco, la “prua” nella parte che scende verso il Tevere, le “funi del sartiame” nel labirinto di giardini e di cespugli e gli “alberi della nave” negli obelischi. Su di essi sono raffigurati simboli che la massoneria ha tratto dalla tradizione templare e la fila degli obelischi, posti uno sopra l’altro, sarebbe di 33 metri e 33 centimetri, corrispondenti all’altezza del tempio dei Templari.
La dea Fortuna, nella facciata della chiesa, era coniata su alcune monete dell’Ordine.
I serpenti, che pure si riferiscono al vecchio nome del colle (“mons Serpentarius”) sono 33, numero equivalente al grado che il Piranesi aveva nella massoneria.

Nessuno ha ancora decifrato il “codice Piranesi”.

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